Il Parroco Monsignor Giuseppe Rossi, nato a Ca’ de Zecchi, decretò che in occasione della festa dei Santi Naborre Felice e Vittore, il 12 luglio, venisse celebrata una Santa Messa in loro onore e fatta una Benedizione col Santissimo. Il tutto finanziato con le offerte raccolte nella bussola della Cappella.
Prima di lasciare il ruolo di Parroco, a causa di gravi motivi di salute, scrisse:
“Nel lasciare spontaneamente questa Parrocchia per giusti motivi di salute, Parrocchia che col divino aiuto ho guidato per redini anni e tre mesi effettivi oggi compiuti, cedo di buon grado la custodia della rinnovata cappella dei SS. Martiri Nabore e Felice sul Ponte Sillero ai signori Fabbricieri di questa chiesa parrocchiale. Dessi (essi) poi mi promettono in persona propria e di loro successori di averne la debita cura, epperò di tenerla ben riparata, onde non perisca e il giorno dodici luglio, sagra dei prefati SS. Martiri, saranno cantate ogni anno in Parrocchiale una Messa e dar la benedizione col S.mo in loro onore colle limosine dei devoti alla bussola di detta cappella, cedendone ad essi la chiave”.
Questa memoria è firmata dal Parroco don Giuseppe Rossi il 19 febbraio 1841.
Il giorno seguente, il 20 febbraio del 1879 fu rasa al suolo l’antica cattedrale di Santa Maria dei Genetrix. Infatti, chi acquistò il podere aveva bisogno di terreno in cui poter far pascolare gli animali ed è importante ricordare che, all’epoca, poche erano le leggi di tutela di monumenti e luoghi storici (siamo appena dopo l’Unità d’Italia).
Andrea Timolati, ci raccontò l’episodio nei suoi Appunti storici sull’Antica Laus Pompeia:
“Mentre la Commissione ammirava quel bellissimo tempio (San Bassiano)…… sentì lo scoppio di una mina che disseppelliva altri ruderi . Fatta richiesta della località in novella distruzione , la Commissione si recò tosto ….. al luogo detto volgarmente col nome di Santa Maria….. giacchè quivi esisteva un dì l’antica cattedrale.”