Nabore e Felice erano due berberi che giunsero a Milano come mercenari, in forza nell’esercito romano sotto l’imperatore Massimiano. Qui conobbero la fede cristiana e si convertirono, insieme al compagno d’armi Vittore.
Con la persecuzione contro i cristiani, nell’anno 303 venne ordinata un’epurazione dell’esercito e i tre soldati disertarono, secondo un racconto di Ambrogio da Milano. Nabore e Felice vennero processati e condannati a morte con la decapitazione presso Milano, ma la sentenza fu eseguita nel luglio dello stesso anno sulla sponda del Sillaro a Laus Pompeia, odierna Lodi Vecchio, dove già esisteva una numerosa comunità cristiana, allo scopo di terrorizzare la popolazione. Il giorno del loro martirio è ancora oggi il giorno della loro commemorazione liturgica.
Oltre ai due santi, la tradizione racconta anche che 1486 abitanti di Laus, che abbracciarono la religione cristiana, vennero uccisi nel luogo in cui oggi vediamo i resti dell’antica cattedrale di Santa Maria.