Nel Settecento la Lombardia faceva parte dell’impero spagnolo, ma sul suo possesso avanzava pretese anche l’Austria. Per cinquant’anni, una lunga serie di conflitti segnarono il nostro territorio, colpito anche da carestie ed epidemie.
Gli ultimi attimi di questa guerra interessarono Lodi Vecchio per un curioso fatto di fanatismo religioso.
Nell’estate del 1746 nel nostro paese stazionavano le truppe spagnole, mentre gli austriaci occupavano Salerano. Il 3 agosto i due eserciti si scontrarono a metà strada, all’altezza della cascina Gualdane. Gli Austriaci ebbero la meglio sui nemici ed entrarono a Lodi Vecchio.
Il santo spagnolo
Nello scontro perse la vita un sergente spagnolo. Il suo corpo venne gettato in un fosso lungo la strada che portava alle Gualdane, in una località chiamata Infernino.
La sua uccisione colpì molto i ludevegini, perché era ben voluto dalla gente per i suoi modi gentili e per il fatto che fosse un assiduo frequentatore della nostra chiesa.
Iniziò così il culto del “Santo Spagnolo”: il pellegrinaggio alla sua tomba fu accompagnato da scene di fanatismo. Addirittura si credeva che bevendo l’acqua del fosso gli ammalati potessero trovare guarigione. L’afflusso di pellegrini era talmente alto che vicino alla sepoltura del “santo” l’oste di Lodi Vecchio costruì un chiosco in cui vendere prodotti. Il vescovo di Lodi, allarmato dalla crescente fama di “guaritore” del santo spagnolo, decise di disseppellire il cadavere nel maggio 1747 per inumarlo nella cripta della cattedrale di Lodi.
Ringraziamo Enrico Torriani per averci fornito questa piccola parte di storia della nostra città!