L’itinerarium Burdigalense costituisce il primo racconto nella storia di un pellegrinaggio nei luoghi santi di Palestina. L’anonimo pellegrino, probabilmente un funzionario statale con relativo seguito, parte nel 333 d.C dalla città di Bordeaux in Francia (Burdigala) e attraverso il fitto sistema viario dell’impero si reca sui luoghi della vita di Gesù.
L’annotazione delle distanze tra i diversi punti di sosta e cambio cavalli è tipica degli “itineraria” e costituisce una agevole guida per i viandanti dell’epoca. Dalla lettura del testo si desumono diversi fattori utili a ricostruire lo status del pellegrino di Bordeaux. Innanzitutto egli si serve delle stazioni di posta imperiali, situate lungo le vie consolari. Per usufruire del sistema di cambio postale, è in possesso di documenti autorizzanti, ovvero le evectiones e le tractoria. Già da questo elemento possiamo apprendere che il redattore è un uomo di Stato in possesso di titoli amministrativi. Il testo coniuga i verbi in plurale, per cui è assai probabile che si tratti non di un solo viandante ma di un gruppo di pellegrini. Si muovono a cavallo, con i veredi, annotando scrupolosamente le distanze tra una mansio e una mutatio.
La differenza tra mansio e mutatio è nella destinazione d’uso: mentre la prima permette al corriere postale, o ai possessori di tractoria, di usufruire di vitto e alloggio prima di riprendere il tracciato, la seconda è esclusivamente dedita al cambio del cavallo. In questo modo, sulle arterie romane, si riuscivano a coprire lunghe distanze in un periodo relativamente breve, e non stupisce se l’intero Itinerario Burdigalense sia stato compiuto in poco meno di due anni, comprensivi di traversate a mare e sosta nei luoghi santi. Un sistema viario che, sebbene attraversi luoghi in decadimento economico e strutturale, mantiene intatta tutta la sua efficienza. Gli anni in cui l’anonimo di Bordeaux si reca a Gerusalemme sono quelli della rinascita del Cristianesimo a seguito dell’editto costantiniano. La Terra Santa conosce periodo di interesse anche grazie alle ricerche della madre dell’Imperatore, Elena, che ritroverà alcune delle più importanti reliquie della vita del Cristo. Il racconto della visita ai luoghi santi costituisce quasi un itinerario nell’itinerario, con annotazioni relative gli episodi evangelici che affiancano la sequenza delle distanze.
L’itinerario prosegue con una prosa scarna, ma lascia intravedere come il cristianesimo sia pienamente accettato nelle sue forme più classiche. L’importanza documentaria che ne deriva si costituisce quindi su due livelli: il primo, prettamente storiografico, che permette di avere notizie sui luoghi attraversati e sulla toponomastica reale di centri minori. Infatti è proprio dalla viva voce degli abitanti che l’anonimo di Bordeaux reperisce notizie sulla nomenclatura dei siti. Il secondo aspetto, non meno importante del primo, si inserisce nell’ottica dello studio della nascita del Cristianesimo e come questo, nei primi secoli, si sia sviluppato sino a divenire religione ufficiale dell’impero. Soprattutto all’epoca dell’Itinerario (prima metà del IV secolo) si registra la presenza di diverse religioni concorrenti, tutte provenienti dall’area del vicino oriente antico, e condividenti un carattere solare e soteriologico. Il nostro pellegrino, invece, sembra aver piena conoscenza della vita e delle opere del Cristo e ne narra i luoghi asserendo con certezza l’avvenuto evento. Ciò fa presupporre una consapevolezza cristiana ben remota e scevra da ogni forma sincretica che pure sarà alla base del successivo sviluppo a partire dall’editto di Tessalonica del 380 d.C. Percorrere l’Itinerario Burdigalense vuol dire, quindi, appropriarsi di un bagaglio enorme di storia e di tradizione che costituisce l’essenza stessa dell’Europa moderna e che permette di avere sul tavolo della storiografia il trait d’union tra il mondo antico e quello moderno.
Qualcuno si starà chiedendo perché parliamo della via Burdigalense ……….. nel 387 il Vescovo Bassiano costruì la sua Basilica fuori dalla porta Piacentina di Laus Pompeia …… la via Burdigalense passava proprio da li infatti l’ immagine della porta laterale con i due affreschi “La Madonna dei Sette Dolori” e “La deposizione di Cristo” (di molto successivi rispetto alla creazione della via) ricordano comunque l’ accesso laterale alla prima Basilica dei XII Apostoli, e chissà quanti e quali pellegrini che han percorso il LORO CAMMINO DI FEDE per raggiungere la Terra Santa han varcato la precedente porta che aveva però la stessa ubicazione di quella ancor oggi visibile.
Voglio personalmente ringraziare Mons. Antonio Spini Canonico del Duomo di Lodi per il “supporto storico”.